Arnaldo Rossi

Arnaldo Rossi

DA DESIGNER A OSTE D'ECCELLENZA

Nato a Castiglion Fiorentino, ho sempre coltivato un forte legame con la Toscana, il mio territorio. Dopo la laurea in Industrial Design a Milano nel 1989, ho fondato lo studio “Graffiti”, attivo per oltre 15 anni, dove esprimevo la mia creatività in ambito grafico e progettuale.

Nel 1997 ho aperto la Taverna Pane e Vino a Cortona, oggi riconosciuta a livello nazionale per la cucina e per la selezione dei vini. Fin dall’inizio, in periodi non sospetti, mi sono avvicinato ai vini naturali e artigianali, un approccio innovativo che ha anticipato le tendenze future.

LA MISSIONE DI RACCONTARE IL VINO

Per me, il ruolo dell’oste non è solo accoglienza, ma anche un’opportunità per educare e avvicinare le persone al mondo del vino. Ogni bottiglia è l’occasione per raccontare una storia, fatta di passione, territorio e autenticità.

Dal 2004, sono diventato anche vignaiolo, un percorso che mi ha consentito di vivere il vino in tutte le sue fasi. Questa duplice esperienza, oggi, mi rende un narratore più completo e consapevole, capace di trasmettere il legame profondo tra la vigna e la tavola.

STORIA DI UN VIGNAIOLO ARTIGIANO

Come vignaiolo, adotto metodi artigianali e sostenibili, rispettosi della natura e del ciclo vitale della vite. Ogni vigneto è un progetto unico, pensato per esprimere al meglio il carattere del territorio. Dal primo impianto nel 2004 alle sfide più recenti, ogni scelta agronomica e enologica riflette un equilibrio tra tradizione e innovazione.  I miei vini raccontano non solo la terra da cui provengono, ma anche la cura e la dedizione con cui vengono prodotti. L'obiettivo è creare vini autentici e genuini.
Storia dell'azienda
2001
Iniziano i miei primi incontri con il mondo del vino naturale. Scettico ma curioso mi domando se veramente si possano fare vini senza l’aiuto di additivi chimici in vigna ma soprattutto in cantina.
2004
Così dopo iniziali tentennamenti, da perfetto principiante, senza alcuna tradizione di famiglia, pianto la vigna del Dodo (3500 mq), solo sangiovese, un alberello disposto a settonce con una densità così alta che in giro si mormora che voglia produrre viti piuttosto che uva. Il terreno ha una buona presenza di argilla e questo risulterà in seguito l’arma vincente.
2007
Grazie al prezioso aiuto del mio amico vignaiolo Marco Tanganelli, nella sua cantina prende vita il mio primo vino.
2008
Nonostante le perplessità diffuse, “in direzione ostinata e contraria” escono le prime 220 bottiglie di Dodo da Litro. Il risultato è incoraggiante.
2009
Quello che era un hobby inizia a piacermi e pianto la seconda vigna (6000mq), vicino al Castello di Montecchio residenza di Giovanni l’Acuto capitano di ventura del 1300, in un crinale in mezzo ad un bosco incontaminato, in un terreno galestroso che mi ricorda i posti belli del Chianti. Insisto con il Sangiovese.
2012
Le annate 2011 e 2012 iniziano a farmi capire che non è tutto così facile come sembra.
2013
Dalla vigna di sassi esce la prima bottiglia di Sella dell’Acuto, il vino è buono ma diverso da quelle che erano le aspettative. È un vino giocato sulla finezza e sul frutto pronto, dovrò imparare a interagire con questa vigna.
2014
Mi appassiono alle viti maritate, ormai quasi del tutto scomparse, che sono un’antica forma di allevamento della vite presente nel centro Italia e non solo.

Trovo un campo con oltre 180 viti centenarie maritate all’acero campestre, spesso a piede franco, molte delle quali di varietà bianche e rossi sconosciute. L’abbandono le aveva ormai nascoste e dopo un’opera di restauro durata 3 anni le piante tornano a produrre uva di qualità.
2015
Esce la prima bottiglia sperimentale di Cibino, il bianco macerato dalle viti maritate, ma il fatto di raccogliere tutte le diverse varietà in un unico momento, fanno della 2015 un vino anonimo.
2016
A fine agosto una forte grandinata compromette le uve del Dodo, vendemmio subito e ripiego su un rosato. Esce GemmaRosa, scopro che per me il vino dell’estate dovrebbe essere così. Fragrante, intenso e leggero.
2017
Finalmente posso lavorare nella mia cantina, ringrazio Marco per il supporto dato in questi anni, ma da ora in poi si cammina con le proprie gambe. Mancano ancora tante attrezzature, ma avere il vino sotto casa mi rende più preciso e consapevole delle mie scelte.

Vendemmio le uve del Cibino in tre momenti diversi, così mi piace, sarà questa la sua versione definitiva.
2018
Dodo e Sella dell’Acuto anno dopo anno evidenziano le proprie differenze, l’argilla del Dodo dona struttura e il sasso della Sella slancia il vino come le migliori espressioni chiantigiane.

Nasce un progetto ambizioso e folle. Fare una vigna in montagna. Il monte Ginezzo (928mt) sopra Cortona si è rivelato un posto perfetto. Così ho chiesto l’aiuto di Stefano Amerighi, un bravo vignaiolo ed insieme abbiamo portato la vite a quote fino a poco tempo fa impensabili.

Con le viti centenarie di Sanforte della vite maritata esce il GemmaRosa in versione definitiva.
2019
Piantiamo la vigna a Ginezzo (8000 mq) La mia parte a sangiovese quella di Stefano a syrah.

Compro il terreno vicino al Dodo e pianto un’altra vigna (3500 mq) con le marze di sangiovese del Dodo, i numeri del Dodo finalmente aumenteranno.
2022
Nasce l’azienda Agricola Arnaldo Rossi gli investimenti continuano e acquisto un bellissimo terreno adiacente alla cantina.
2023
Pianto la Vigna nuova (11000 mq) prendendo prevalentemente le marze della vite maritata sia per uva bianca che rossa. Finalmente raggiungo la superficie vitata minima per rendere tutto sostenibile.
2024
L’ampliamento della cantina ora è operativo, finalmente avrò tutti i macchinari all’altezza delle mie ambizioni.